• Il calo ponderale è il risultato di alcuni fenomeni che si verificano subito dopo la nascita: innanzitutto, l’emissione delle prime pipì e, quindi, l’eliminazione dei primi liquidi corporei, che non vengono prontamente reintegrati come avveniva quando il piccolo era nel pancione e la placenta e il liquido amniotico gli fornivano acqua “a getto continuo”.
• Dopo la nascita, il piccolo recupera liquidi attraverso l’alimentazione e, dunque, attraverso il latte di mamma. L’alimento materno, però, nei primissimi giorni non è abbondante: lo sarà dopo la montata lattea, fenomeno che in genere si verifica entro 3-5 giorni dal parto.
• Nello stesso tempo, il piccolo spesso non succhia con sufficiente vigore e la sua fame è ancora ridotta.
• Il calo ponderale, inoltre, è anche il risultato dell’emissione del meconio, le prime feci del bebè, una sostanza viscosa di colore nero-verdastro che riempie l’ultimo tratto dell’intestino del piccolo sin da quando è nel pancione. Viene espulso, di solito, entro le prime 24 ore di vita.
Un avvio precoce e poppate frequenti
Dal momento che si tratta di un fenomeno naturale ed è il segnale indiretto che i reni e l’intestino del bebè funzionano al meglio, è importante vivere con serenità e senza preoccupazione il calo ponderale del piccolo.Ecco cosa fare nei primi giorni di vita:
• Attaccare il bimbo al seno al più presto: la suzione è il meccanismo naturale che mette in moto la lattazione e accelera i tempi della montata lattea. Il piccolo può quindi assicurarsi tutto il cibo di cui ha bisogno per recuperare.
• Effettuare poppate frequenti e abbastanza ravvicinate, allattando a richiesta: quanto più il bebè succhia, tanto più il seno si mette al lavoro e incrementa la produzione dell’alimento materno. L’intervallo tra una poppata e l’altra non dovrebbe essere superiore alle tre ore e mezza-quattro.
• Se necessario (soprattutto nel secondo-terzo giorno di vita, quando il piccolo risente ancora dello stress della nascita) svegliare il bambino e attaccarlo al seno per mantenere intervalli ravvicinati tra una poppata e l’altra. E questo anche nel corso della notte.
No a doppia pesata e latte artificiale
Il calo ponderale potrebbe portare la mamma a prendere alcuni provvedimenti sbagliati, per timore che il piccolo non si nutra a sufficienza. Ecco gli errori da non commettere.
• Non sottovalutare le proprietà nutritive del colostro (il primo alimento prodotto dal seno, che è un prezioso concentrato di proteine) e attaccare il piccolo sin da subito, anche se il seno emette solo quella sostanza giallastra.
• Una volta a casa, evitare di pesare il piccolo prima e dopo ogni poppata: la doppia pesata induce solo inutili ansie. La crescita del bebè va invece valutata attraverso altri segnali: la produzione di almeno 5 pipì al giorno e il fatto che, dopo aver succhiato durante la poppata, il piccolo si addormenti soddisfatto.
• Non ricorrere ad aggiunte di latte artificiale, pensando erroneamente che il calo ponderale segnali che l’alimento materno è poco o di scarsa qualità: il latte è il cibo ideale per il bebè e la sua produzione aumenta quanto più il piccolo si attacca e succhia.
Aiutalo così
Per far sì che il piccolo recuperi rapidamente il peso perso, è utile controllare che si attacchi bene al seno. L’attacco è ideale se il bebè:
• Spalanca la bocca e ha il labbro inferiore completamente rovesciato verso l’esterno;
• Afferra tutta l’areola e non solo il capezzolo;
• Ha le gote gonfie mentre succhia;
• Deglutisce rumorosamente (si sente il rumore del latte che “va giù”). Inoltre, alla fine della poppata il capezzolo deve avere la stessa forma di prima: apparire, cioè, tondo e non a punta.
Quando rivolgersi al pediatra
Di solito, il calo ponderale si aggira sul 5-8% del peso del piccolo alla nascita.
• Un calo ponderale fino al 10%, comunque, viene considerato ancora normale e, di solito, il bebè viene dimesso dall’ospedale quando la diminuzione si è ormai conclusa e sta cominciando la ripresa di peso.
• Tuttavia, è ugualmente il caso di consultare il pediatra se il bimbo fa meno di 5 pipì al giorno e le urine sono molto concentrate, come pure se piange in continuazione senza lacrime e non c’è modo di calmarlo.
• Questi segnali potrebbero essere la spia di una leggera disidratazione e del fatto che il bebè sta ancora perdendo peso. Potrebbe esserci qualche lieve errore di percorso nell’allattamento, che non dà modo al bambino di nutrirsi come necessario. Oppure, la montata lattea può tardare a prendere il via: la neomamma ha allora bisogno di sostegno qualificato per non perdersi d’animo (e, magari, rinunciare ad allattare