1 I giardini della Landriana Lun 16 Ago 2010, 7:47 am
Annagrazia
Art Grafic
Eccoci qui....oggi vorrei mostrarvi un luogo che val la pena visitare, spcie in primavera....ora siamo in estate ma se vi va, una passeggiata virtuale insieme la possiamo fare, ok?
Vi dò qualche notizia su questi giardini, se avrete voglia di leggerle, così vi sarà più gradevole, spero, la passeggiata virtuale con me...per far questo ricorro alle notizie riportate nel sito ufficiale!
Sarà un post un po’ lungo, ma spero di non annoiarvi, se poi non avrete voglia di leggerlo, passate direttamente alla visione del video, io la metto per completezza e per documentarvi meglio!
“Questi giardini si i estendono per oltre 10 ettari ed ora ed ora è in corso di realizzazione un ampliamento di circa 25 ettari.
La caratteristica del giardino è di essere diviso in “stanze”ognuna delle quali vanta una particolare caratteristica botanica che la rende unica.
Questi giardini iniziarono a fiorire nel 1956, quando il Marchese Gallarati-Scotti e sua moglie, Lavinia Taverna, decisero di acquistare, ad un'asta giudiziaria, una proprietà rurale situata nei pressi di Ardea
La proprietà fu chiamata la Landriana,
Al momento dell'acquisto, però, il terreno era completamente spoglio, non vi era nulla, era solo infestato dalle mine e dalle bombe, residui della tragica guerra.
Il giardino nacque quasi per caso: l'intenzione originale fu quella di piantare degli alberi, soprattutto pini ed eucalipti, per fare un po' di ombra al casale e per frenare i venti che, fortissimi, soffiavano dal mare che distava solo quattro chilometri. In seguito un'amica di famiglia donò a Lavinia Taverna una bustina di semi e la marchesa, quasi per gioco, provò a seminarli, nacquero delle piantine e con esse una sfrenata passione nella signora Lavinia che iniziò ad avvicinarsi al giardinaggio con grande ardore,e questo portò alla nascita di centinaia di piantine che collocò nell'area che circondava la casa senza seguire uno schema preciso.
Dopo diversi anni, Lavinia non si rese conto che il suo non era un giardino, ma un insieme di piante privo di uno specifico disegno,e che aveva bisogno di aiuto per creare un vero giardino. Fu allora che il Conte Donato Sanminiatelli, amico di famiglia e amante del giardinaggio, le suggerì di chiamare Russell Page, il famoso architetto paesaggista inglese.
Russell Page arrivò alla Landriana nel 1967 e comprese subito che avrebbe dovuto dare al giardino una struttura molto forte e ben disegnata, in modo che potesse accogliere le centinaia di varietà già presenti e imporre ordine e rigore alla magnifica collezione di piante della Marchesa.
Page suddivise il grande giardino in spazi circoscritti dal disegno fortemente geometrico sottolineato da siepi e vialetti. Per la zona immediatamente adiacente la casa egli disegnò una pergola da addossare al casale, un piccolo giardino con una vasca vicino alla sala da pranzo (rimasto immutato), ed una grande bordura di piante grigie.
Poco più in là progettò un roseto formale (oggi Giardino degli aranci), un giardino per le collezioni (oggi Giardino degli ulivi) ed un rock garden. Tornato qualche anno dopo, Page scoprì che la Marchesa, nel frattempo, non aveva cessato di coltivare nuove piante al di fuori delle aree da lui disegnate e comprese che il suo schema iniziale avrebbe dovuto essere rivisto e giocato su una scala più ampia. Inoltre, i gusti e la curiosità di Lavinia si andavano affinando: dapprima l'interesse per le piante mediterranee, poi per quelle australiane e per quelle della California,e così via .
La terza fase nella storia della Landriana risale all'inizio degli anni Ottanta. Lavinia era stata costretta a trascurare il giardino per qualche tempo e quando poté tornare a occuparsene assiduamente, decise di ripensare alcune zone del giardino.
Sparirono, allora, i colori più sgargianti e le piante più esotiche e nacquero alcuni fra i giardini più noti e riusciti, quali la Valle delle rose, il Viale bianco, il Giardino degli ulivi. La fase più recente della vita del giardino risale a pochi anni fa ed è caratterizzata dalla volontà di proiettarsi verso l'esterno, con l'apertura dei giardini al pubblico e l'organizzazione della fiera di giardinaggio. A metà degli anni Novanta, la bordura grigia di Page, ormai soffocata dai pini sovrastanti che erano cresciuti moltissimo, languiva.
Con il suo tipico coraggio Lavinia decise di trasferirla oltre la recinzione del giardino, in un'area completamente dedicata a un vecchio frutteto.
Nacque così il capolavoro del nuovo giardino grigio che, insieme al Prato blu ed al Grande prato delle mostre "Primavera ed Autunno alla Landriana", segna un ritorno al mondo assolato del Mediterraneo nel resto del giardino ormai filtrato, e quasi esorcizzato, dall’ombra dei grandi alberi.
Lavinia Taverna aveva progettato altri giardini nelle vicinanze del lago. Tra di essi, alcuni furono solo accennati, con le prime piante, altri appena sognati su carta. La scomparsa di Lavinia, avvenuta nel 1997, ha provocato una momentanea stasi in questo incessante sbocciare di nuovi giardini che, soprattutto negli ultimi anni, aveva rappresentato il tratto più caratteristico della Landriana. I progetti della Marchesa, tuttavia, non sono stati dimenticati: Lavinia ha lasciato a disposizione del pubblico l'inestimabile patrimonio di un giardino moderno e unico in Italia, nel quale non solo è possibile godere di un ambiente incantato, ma anche imparare qualcosa di quel personalissimo stile di grande giardiniera che Lavinia ha dimostrato. La sua firma inconfondibile è fatta di attente giustapposizioni di masse create grazie ad accurate potature, di tappezzanti che non permettono di vedere la terra nuda, di viali e camminamenti lastricati o in erba, di schemi di colori armoniosi. Oggi, la Landriana costituisce uno stimolo ed una fonte d'ispirazione preziosa per chiunque intenda avvicinarsi al giardinaggio, sia con un approccio poetico e riflessivo, sia con un'attitudine più concreta e scientifica. Non dimentichiamo però che, oltre al giardino, sopravvive anche un'eredità di affetti, di sogni, d'idee che, come la prima bustina di semi che diede origine al giardino, è destinata a sbocciare e a crescere nel tempo.“
Vi dò qualche notizia su questi giardini, se avrete voglia di leggerle, così vi sarà più gradevole, spero, la passeggiata virtuale con me...per far questo ricorro alle notizie riportate nel sito ufficiale!
Sarà un post un po’ lungo, ma spero di non annoiarvi, se poi non avrete voglia di leggerlo, passate direttamente alla visione del video, io la metto per completezza e per documentarvi meglio!
“Questi giardini si i estendono per oltre 10 ettari ed ora ed ora è in corso di realizzazione un ampliamento di circa 25 ettari.
La caratteristica del giardino è di essere diviso in “stanze”ognuna delle quali vanta una particolare caratteristica botanica che la rende unica.
Questi giardini iniziarono a fiorire nel 1956, quando il Marchese Gallarati-Scotti e sua moglie, Lavinia Taverna, decisero di acquistare, ad un'asta giudiziaria, una proprietà rurale situata nei pressi di Ardea
La proprietà fu chiamata la Landriana,
Al momento dell'acquisto, però, il terreno era completamente spoglio, non vi era nulla, era solo infestato dalle mine e dalle bombe, residui della tragica guerra.
Il giardino nacque quasi per caso: l'intenzione originale fu quella di piantare degli alberi, soprattutto pini ed eucalipti, per fare un po' di ombra al casale e per frenare i venti che, fortissimi, soffiavano dal mare che distava solo quattro chilometri. In seguito un'amica di famiglia donò a Lavinia Taverna una bustina di semi e la marchesa, quasi per gioco, provò a seminarli, nacquero delle piantine e con esse una sfrenata passione nella signora Lavinia che iniziò ad avvicinarsi al giardinaggio con grande ardore,e questo portò alla nascita di centinaia di piantine che collocò nell'area che circondava la casa senza seguire uno schema preciso.
Dopo diversi anni, Lavinia non si rese conto che il suo non era un giardino, ma un insieme di piante privo di uno specifico disegno,e che aveva bisogno di aiuto per creare un vero giardino. Fu allora che il Conte Donato Sanminiatelli, amico di famiglia e amante del giardinaggio, le suggerì di chiamare Russell Page, il famoso architetto paesaggista inglese.
Russell Page arrivò alla Landriana nel 1967 e comprese subito che avrebbe dovuto dare al giardino una struttura molto forte e ben disegnata, in modo che potesse accogliere le centinaia di varietà già presenti e imporre ordine e rigore alla magnifica collezione di piante della Marchesa.
Page suddivise il grande giardino in spazi circoscritti dal disegno fortemente geometrico sottolineato da siepi e vialetti. Per la zona immediatamente adiacente la casa egli disegnò una pergola da addossare al casale, un piccolo giardino con una vasca vicino alla sala da pranzo (rimasto immutato), ed una grande bordura di piante grigie.
Poco più in là progettò un roseto formale (oggi Giardino degli aranci), un giardino per le collezioni (oggi Giardino degli ulivi) ed un rock garden. Tornato qualche anno dopo, Page scoprì che la Marchesa, nel frattempo, non aveva cessato di coltivare nuove piante al di fuori delle aree da lui disegnate e comprese che il suo schema iniziale avrebbe dovuto essere rivisto e giocato su una scala più ampia. Inoltre, i gusti e la curiosità di Lavinia si andavano affinando: dapprima l'interesse per le piante mediterranee, poi per quelle australiane e per quelle della California,e così via .
La terza fase nella storia della Landriana risale all'inizio degli anni Ottanta. Lavinia era stata costretta a trascurare il giardino per qualche tempo e quando poté tornare a occuparsene assiduamente, decise di ripensare alcune zone del giardino.
Sparirono, allora, i colori più sgargianti e le piante più esotiche e nacquero alcuni fra i giardini più noti e riusciti, quali la Valle delle rose, il Viale bianco, il Giardino degli ulivi. La fase più recente della vita del giardino risale a pochi anni fa ed è caratterizzata dalla volontà di proiettarsi verso l'esterno, con l'apertura dei giardini al pubblico e l'organizzazione della fiera di giardinaggio. A metà degli anni Novanta, la bordura grigia di Page, ormai soffocata dai pini sovrastanti che erano cresciuti moltissimo, languiva.
Con il suo tipico coraggio Lavinia decise di trasferirla oltre la recinzione del giardino, in un'area completamente dedicata a un vecchio frutteto.
Nacque così il capolavoro del nuovo giardino grigio che, insieme al Prato blu ed al Grande prato delle mostre "Primavera ed Autunno alla Landriana", segna un ritorno al mondo assolato del Mediterraneo nel resto del giardino ormai filtrato, e quasi esorcizzato, dall’ombra dei grandi alberi.
Lavinia Taverna aveva progettato altri giardini nelle vicinanze del lago. Tra di essi, alcuni furono solo accennati, con le prime piante, altri appena sognati su carta. La scomparsa di Lavinia, avvenuta nel 1997, ha provocato una momentanea stasi in questo incessante sbocciare di nuovi giardini che, soprattutto negli ultimi anni, aveva rappresentato il tratto più caratteristico della Landriana. I progetti della Marchesa, tuttavia, non sono stati dimenticati: Lavinia ha lasciato a disposizione del pubblico l'inestimabile patrimonio di un giardino moderno e unico in Italia, nel quale non solo è possibile godere di un ambiente incantato, ma anche imparare qualcosa di quel personalissimo stile di grande giardiniera che Lavinia ha dimostrato. La sua firma inconfondibile è fatta di attente giustapposizioni di masse create grazie ad accurate potature, di tappezzanti che non permettono di vedere la terra nuda, di viali e camminamenti lastricati o in erba, di schemi di colori armoniosi. Oggi, la Landriana costituisce uno stimolo ed una fonte d'ispirazione preziosa per chiunque intenda avvicinarsi al giardinaggio, sia con un approccio poetico e riflessivo, sia con un'attitudine più concreta e scientifica. Non dimentichiamo però che, oltre al giardino, sopravvive anche un'eredità di affetti, di sogni, d'idee che, come la prima bustina di semi che diede origine al giardino, è destinata a sbocciare e a crescere nel tempo.“