TORINO - “Ci sono persone che devono chiedermi scusa
e che avranno sulla coscienza il peso di quello che è accaduto”. È
arrabbiato, distrutto, Gioacchino Giuliani, ricercatore ai laboratori
del Gran Sasso dell’Istituto nazionale di fisica nucleare, che ha messo
a punto un sistema in grado di prevedere i terremoti. Nei giorni scorsi
lo strumento da lui creato aveva rilevato la presenza massiccia di
precursori dei terremoti nella zona di Sulmona, attraverso i livelli di
radon liberati dalla terra. Poi il sisma non era avvenuto e lui era
stato denunciato per procurato allarme. Ma le sue previsioni,
evidentemente, non erano errate, ma soltanto anticipate.
Cosa ha pensato quando ha visto che il suo allarme non era ingiustificato?
“Questa
notte non sapevo più a chi rivolgermi, vedevo la situazione che stava
precipitando e io non potevo fare nulla perché ho ricevuto un avviso di
garanzia per aver detto che ci sarebbe stato un terremoto”.
Lei vive all’Aquila, come ha vissuto il sisma?
“Qui ci sono dei morti, cinquantamila persone senzatetto, una
situazione drammatica, nemmeno durante i bombardamenti in guerra si
vedevano cose del genere. Vedevamo le case muoversi, una sensazione
tremenda, anche se per me si aggiungeva la rabbia “.
Lei è stato anche messo in ridicolo per la sua previsione. Come si sente adesso?
“Di me sono state dette delle cose tremende. Mi hanno dato
dell’imbecille, perché i terremoti non si possono prevedere. Ma era una
situazione creata ad arte. Io adesso non ce la faccio nemmeno a
parlare, la situazione è troppo grave. Ma adesso c’è gente che mi deve
chiedere scusa”.
A chi si riferisce?
“Al capo della protezione civile Guido Bertolaso: andate a leggere cosa
ha dichiarato di me. E poi parlo del sindaco di Sulmona e
dell’assessore alla protezione civile. Mi devono chiedere scusa sulle
pagine dei giornali nazionali. Queste persone portano sulla coscienza
un peso enorme”..