1 GIUSEPPE GATì Lun 02 Feb 2009, 10:27 pm
Ospite
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http://it.youtube.com/watch?v=zsKXXgftFGY
Giuseppe Gatì è morto.
Giuseppe è morto mentre lavorava.è morto folgorato
E' morto un amico, una persona pulita, con sani principi. Chi ha avuto
modo di conoscerlo sa che raro fiore fosse.
Voleva difendere la sua terra, non voleva abbandonarla, era rimasto a
Campobello di Licata, un paesino nella provincia di Agrigento che
offre poco e dal quale è facile scappare. Lavorava nel caseificio di
suo padre, con le sue "signorine", le sue capre girgentane, che
portava al pascolo. Era un ragazzo ONESTO, con saldi principi volti
alla legalità e alla giustizia. Aveva fatto di tutto per coinvolgere i
dormienti giovani Campobellesi, affinchè si ribellassero contro questa
società sporca e meschina.
Era troppo pulito per vivere in mezzo a questo fetore e a questo schifo.
Aveva urlato "VIVA CASELLI! VIVA IL POOL ANTIMAFIA!" era stato anche
criticato per questo, ma aveva smosso queste acque putride e stagnanti
che ci stanno soffocando.
Era un ragazzo dolcissimo, dava amore, desiderava amore.
Suo padre oggi ha detto, distrutto dal dolore, in lacrime: "Sono
sempre stato orgoglioso di mio figlio, anche se a volte ho dovuto
rimproverarlo, solo perchè mi preoccupavo per lui. Ma sono orgoglioso
di lui per tutto quello che ha fatto." Giuseppe questo lo sapeva.
Anche noi, i suoi amici siamo
orgogliosi di lui.
Non sappiamo come esprimere il nostro dolore.
Ancora non riusciamo a crederci.
Vi lasciamo con le sue parole:
"E' arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che
vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e
continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l'obbligo
morale di ribellarci.
QUESTA E' LA MIA TERRA ED IO LA DIFENDO E TU?"
Giuseppe Gatì è morto.
Giuseppe è morto mentre lavorava.è morto folgorato
E' morto un amico, una persona pulita, con sani principi. Chi ha avuto
modo di conoscerlo sa che raro fiore fosse.
Voleva difendere la sua terra, non voleva abbandonarla, era rimasto a
Campobello di Licata, un paesino nella provincia di Agrigento che
offre poco e dal quale è facile scappare. Lavorava nel caseificio di
suo padre, con le sue "signorine", le sue capre girgentane, che
portava al pascolo. Era un ragazzo ONESTO, con saldi principi volti
alla legalità e alla giustizia. Aveva fatto di tutto per coinvolgere i
dormienti giovani Campobellesi, affinchè si ribellassero contro questa
società sporca e meschina.
Era troppo pulito per vivere in mezzo a questo fetore e a questo schifo.
Aveva urlato "VIVA CASELLI! VIVA IL POOL ANTIMAFIA!" era stato anche
criticato per questo, ma aveva smosso queste acque putride e stagnanti
che ci stanno soffocando.
Era un ragazzo dolcissimo, dava amore, desiderava amore.
Suo padre oggi ha detto, distrutto dal dolore, in lacrime: "Sono
sempre stato orgoglioso di mio figlio, anche se a volte ho dovuto
rimproverarlo, solo perchè mi preoccupavo per lui. Ma sono orgoglioso
di lui per tutto quello che ha fatto." Giuseppe questo lo sapeva.
Anche noi, i suoi amici siamo
orgogliosi di lui.
Non sappiamo come esprimere il nostro dolore.
Ancora non riusciamo a crederci.
Vi lasciamo con le sue parole:
"E' arrivato il nostro momento, il momento dei siciliani onesti, che
vogliono lottare per un cambiamento vero, contro chi ha ridotto e
continua a ridurre la nostra terra in un deserto, abbiamo l'obbligo
morale di ribellarci.
QUESTA E' LA MIA TERRA ED IO LA DIFENDO E TU?"